Grazie ragazzi e ragazze in armi a difesa della libert� e della pace!

Ivan Losio - domenica, 07 novembre 2010

Il discorso che ho pronunciato alla cerimonia del 92° della Vittoria il 7 novembre 2010

Cari cittadini, cari studenti,

lo scorso 5 maggio, a Genova, il nostro Presidente Giorgio Napolitano ha inaugurato le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Anche noi oggi, in questa giornata dedicata all’unità nazionale, vogliamo iniziare il nostro impegno a ricordare la nascita dell’Italia, una conquista sognata e sofferta di un popolo per secoli diviso e disperso in diversi stati sottomessi a potenze straniere. Fu il risultato della determinazione di molte persone, soprattutto della gioventù di allora, a cercare e sposare la religione della libertà, del riscatto e dell'indipendenza, una gioventù che fu pronta a dare persino la vita per realizzare il sogno della nazione divenuta patria, quella patria a lungo cantata come "sì bella e perduta". Una patria riconquistata che cominciò da lì il suo lungo percorso che si snoda fino a noi, trovando i suoi momenti storici principali proprio nella Grande Guerra e nella Resistenza all'uscita della Seconda Guerra Mondiale. Con pazienza e determinazione si è costruita una prestigiosa unità nazionale che, insieme alla Costituzione, ci identifica oggi profondamente come popolo. Un popolo che aspira ad essere considerato, apprezzato, onorato nel concerto dei popoli del mondo, innanzitutto in ragione della sua unità.
Il 4 novembre 1918, giorno nel quale il Generale Armando Diaz diramò il Bollettino della Vittoria, l’Italia, allo stremo delle sue forze per i sacrifici della Grande Guerra, poteva contare sul valore dell’unità quale strumento per avviare il riscatto verso un futuro più prospero e rigoglioso. E' su questa immane tragedia, insieme a quella della Seconda Guerra Mondiale, che troverà fondamenta, come irrinunciabile nostro valore nazionale, la ricerca, la promozione e la difesa della Pace ed il rifiuto della guerra. Ed è a questa missione che oggi sono chiamate le nostre Forze Armate: essere costruttori di pace in un mondo che vede nascere contro di essa nuove ed inedite insidie, come quella del terrorismo internazionale moderno.
I nostri uomini, i nostri soldati sono impegnati in questi giorni in 27 missioni di pace, in 19 paesi ed in due aeree geografiche. Sono più di diecimila le persone coinvolte. Dall’Iraq all’Afghanistan, dall’Albania al Kosovo, dal Marocco a Cipro ed alla Repubblica democratica del Congo, dall’area dell’India e del Pakistan al Sudan a Malta, al Libano. Dall’Egitto ad Israele. Da Hebron a Gaza. In ogni parte del mondo gli uomini e le donne appartenenti alle nostre forze armate tengono alto l’onore dell’Italia.
E proprio oggi salutiamo il ritorno a casa del nostro concittadino Caporal Maggiore Antonio Moretti reduce dalla sua seconda missione in Afghanistan.
Dovunque sventola il tricolore la professionalità dei nostri soldati si fonde con il loro grande cuore. Le popolazioni che entrano in contatto con i nostri ragazzi sentono subito il loro calore umano ed imparano, attraverso di loro, ad amare l’Italia.
Grazie ragazzi e ragazze in armi a difesa della libertà e della pace!
Grazie per il vostro sacrificio e per l’esempio che date a tutti noi con il vostro grande senso del dovere e dell’onore. Noi vogliamo un mondo senza confini, un mondo senza violenza, un mondo senza terrorismo, un mondo in cui la pace non sia solo assenza di guerra: un mondo di donne e uomini liberi. Noi sappiamo che, finché questo sogno non diventerà realtà, ci sarà bisogno di voi, di tutti voi, donne e uomini in armi. E noi, oggi, quattro novembre, sappiamo che voi ci sarete. Sempre.
Quello dei nostri ragazzi è un esempio che ci ricorda le centinaia di migliaia di persone che hanno dato la loro vita per questi ideali. Abbiamo appena letto il nome di tanti giovani rivoltani spinti fino al sacrificio estremo. Il loro ricordo deve far riflettere tutti noi che godiamo dei risultati dei loro sacrifici. Nella vita di tutti i giorni anche noi possiamo fare la nostra parte: in come ci rapportiamo con le istituzioni che rappresentano la nostra Nazione.
Amiamole, rispettiamole, difendiamole, facciamole crescere.
Esse sono il segno della democrazia, della giustizia e della pace che sono state conquistate con il sangue e che, ancora oggi, vengono difese da persone disposte a rischiare la loro vita. E’ un impegno che ci viene chiesto e che abbiamo il dovere di rispettare.

Onore ai Caduti, Onore all’Esercito Italiano, viva l’Italia!